Il Sud non è lontano dal Nord. Ad essere distanti sono i modi di agire e le differenti modalità praticate per il quotidiano esercizio delle varie responsabilità, poste in essere dagli Italiani. Prima di essere frainteso, vorrei sottolineare che la presente riflessione non è finalizzata ad esprimere giudizi e non intende nemmeno ledere la dignità di nessuno. Mi piace riflettere su dati concreti e su fatti reali. A tal fine, è opportuno mettere sul tavolo le carte scomode, quelle difficoltà poste sempre in secondo piano, sino a renderle emergenze nazionali ed il crescente divario Nord-Sud, destinato ad essere utilizzato ad libitum dalla politica come naturale riserva di voti. Ad alimentare questo bottino del consenso, basterà continuare a generare ulteriore malessere sociale, incrementando la marginalità delle persone, facendo di tutto per inibire opportunità di lavoro, opportunità formative e ponendo la realizzazione personale come una vera e propria chimera. Dove manca il lavoro, l’istruzione e l’indipendenza economica, si annida la criminalità. Lo Stato, da sempre, mediante le proprie scelte, sembrerebbe anteporre allo sviluppo la repressione, identificando nella criminalità Meridionale la fonte di tutti i mali. Proviamo per un momento ad immaginare cosa potrebbe venir fuori, qualora tutte le energie investigative e le somme spese per intercettazioni telefoniche ed ambientali del Centro-Sud, venissero impiegate nel Centro-Nord? A fronte di questa domanda, è legittimo rimanere basiti quando un Ministro della Repubblica, usa toni poco cordiali, rivolgendosi ad uno dei pilastri più importanti della nazione e cioè nei confronti della Scuola? Non credo sia corretto liquidare migliaia di docenti, con una semplice battuta, destinata ad apparire più che una vera e propria richiesta d’aiuto, volta a rendere migliore l’offerta formativa, seppur in presenza di numerosissime difficoltà, l’occasione per esprimere un vero e proprio rimprovero. Bene, a questo punto, vista la cronistoria dei fatti, vorrei rammentare al Sig. Ministro una serie di circostanze destinate a divenire anche oggetto di responsabilità per tutti i deputati e senatori Meridionali, chiamati nell’esercizio della loro funzione a lavorare per il bene della nazione. A tal fine, facendo debitamente riferimento ai rispettivi autori, alle date di pubblicazione ed alle rispettive testate, vorrei mettere all’attenzione dei miei amici lettori due importantissimi argomenti che probabilmente il Sig. Ministro non tiene in debita considerazione quando asserisce che bisogna fare sacrifici ed impegnarsi.
Sicurezza dei plessi scolastici. “Nel caso in cui tutti i sindaci italiani decidessero di prendere esempio dal primo cittadino di Messina, Cateno De Luca, e di firmare ordinanze di chiusura causa la mancata sicurezza degli edifici scolastici (strutturale e non), sarebbe la paralisi per oltre la metà del sistema di istruzione nazionale. Infatti, secondo i dati presenti nell’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica realizzata dal Miur, circa il 58% delle scuole non è a norma sotto il profilo della normativa antincendio e circa il 53% sotto il profilo dell’agibilità. Dai dati dell’Anagrafe edilizia scolastica si evince che dagli oltre 42mila (42.292) edifici scolastici censiti, 33.825 risultano attivi, cioè adibiti ad ospitare attività connesse con la vita scolastica. Il 55% è stato costruito prima del 1976, il 70% appositamente per uso scolastico. Inoltre l’Anagrafe fornisce anche dati relativi alla mobilità, alla sostenibilità ambientale e alla qualità delle infrastrutture degli istituti che, ad esempio, nel 63% dei casi dispongono del servizio di scuolabus e nel 40% del trasporto per alunni disabili. Il 71% degli edifici scolastici ha poi preso degli accorgimenti per superare le barriere architettoniche – accesso con rampe, porte di larghezza minima di 0,90 m o servizi igienici per disabili; mentre nel 58% dei casi hanno individuato soluzioni per ridurre i consumi energetici, attraverso zonizzazione dell’impianto termico (64%), vetri doppi (62%), pannelli solari (46%). Quanto alle condizioni di sicurezza, oltre il 70% delle scuole è in possesso del documento di valutazione del rischio (72%) e di un Piano di emergenza (73%). Il 39% è in possesso del certificato di agibilità/abitabilità *”.
Innovazione tecnologica: “La Scuola digitale e l’innovazione tecnologica rappresentano l’enorme divario tra Nord e Sud. La Calabria, in tale scenario, è tra le ultime posizioni. A ben guardare i risultati dell’ultimo focus ufficiale sulle dotazioni multimediali nelle scuole, pubblicato dal Miur qualche anno addietro e non ancora aggiornati, il processo di digitalizzazione pur essendo migliorato rispetto al 2014 vede ancora la nostra regione agli ultimi posti. Vediamo i particolari. Il sito web è ormai disponibile per la quasi totalità degli istituti statali il 99,5%, appena superiore alla media Italia, e nelle paritarie del 78,4%. Il servizio di comunicazione scuola – famiglia on line è attivo nel 45,5% di scuole statali. Il dato ci pone ben ultimi nella graduatoria regionale. Ultimi anche per la presenza del registro elettronico che risulta utilizzato nel 54,5% delle scuole calabresi. In progress,invece,l’utilizzo della piattaforma –LIM- nel 16,7% degli istituti. Siamo decimi nella graduatoria regionale. Dal lato delle dotazioni tecnologiche va sottolineato che il 74,5% delle nostre scuole è connesso in rete cablata o wireless, ultimi però tra le regioni; il 61,4% dispone di LIM, il 17,6% di proiettori interattivi; mentre il numero medio di computer per laboratorio è del 10,1%. Le aule calabresi in rete cablate sono il 48,5%, quelle dotate di LIM il 55,6%, di proiettore interattivo il 5,0%. Sono percentuali al di sotto della media nazionale, tranne che per le LIM dove nella graduatorie nazionale ci troviamo al quarto posto#”.
Prima di concludere, vorrei nuovamente soffermarmi sul fenomeno della dispersione scolastica, tema da me già affrontato in precedenza e destinato a non dover essere trascurato, tanto all’attento sguardo dei miei amici lettori quanto all’attenzione del Sig. Ministro, impegnato a Viale Trastevere. L’Italia, nel tempo, ha conquistato una “maglia nera” proprio sul fronte della dispersione scolastica e tuttora sembrerebbe non voler mettere da parte tale primato negativo. Non dobbiamo vergognarci ad ammettere che in tal senso siamo tra i peggiori al mondo. In circa 20 anni, abbiamo perso oltre 3 milioni di studenti. Secondo un dossier diffuso da Tuttoscuola, il tasso di abbandono più elevato è in Sardegna (33%), segue la Campania (29,2%), la Calabria (24,2%); il tasso più basso del fenomeno è stato registrato in Umbria (16,1%). Infine, il Nord Ovest dell’Italia ha la stessa dispersione del Sud (circa il 25%). Gli indicatori citati, dovrebbero essere inquietanti e dovrebbero divenire un comune sentire volto ad avviare un costante lavoro istituzionale volto a governare questi dati, intervenendo sul fenomeno con l’istituzione di corsi di studio, da realizzare in orario serale e destinati a quanti hanno abbandonato la Scuola per mancanza di volontà e per difficoltà economica e familiare. Provando a fare una comparazione con altri realtà sparse nel mondo e prendendo in esame Giappone, Norvegia e Corea si potranno notare immediatamente le differenti tendenze. A 18 anni, la dispersione scolastica, nelle nazioni sopraindicate, è pari allo zero. Thailandia, Russia, Taipei, Kazakistan viaggiano sotto il 5 per cento. Canada, Australia, Israele, Giordania e Singapore sotto il dieci per cento.
A questo punto, da Meridionale e da professionista particolarmente impegnato nel mondo della formazione in Calabria, mi permetterei di rammentare al Sig. Ministro che prima dei sacrifici è indispensabile avere a disposizione gli strumenti idonei per poter lavorare bene. Noi Meridionali non abbiamo paura del lavoro, conosciamo bene il valore dell’impegno e sappiamo essere grati a quanti si relazionano con noi dopo aver appreso le cause delle difficoltà di questa terra e di questa gente.
Attendiamo il Ministro Bussetti in Calabria, nelle scuole delle periferie, dove l’istruzione è garantita da Dirigenti che non conoscono limiti di fantasia, Docenti pronti a superare se stessi ogni ora della loro giornata e dove gli Istituti scolastici sono un presidio dello Stato, a volte manutenuto con tantissimi sacrifici e con risicatissime risorse economiche.
Prima di salutarTi, ringraziandoTi per avermi letto, vorrei chiederTi un piccolo aiuto: se la mia Riflessione fosse stata di Tuo gradimento, Ti chiederei di condividerla con i Tuoi amici, tramite Facebook o Whatsapp. In caso contrario, Ti sarò particolarmente grato se volessi segnalarmi ciò che non condividi. Questo spazio vuole essere anche un luogo dove potersi confrontare, crescere ed imparare grazie alla condivisione. Personalmente continuo a ritenere attuale quanto asseriva Socrate: “So di non sapere”. Ma rimane un nostro diritto essere curiosi ed apprendere.
Ti ringrazio
* Tecnica della Scuola, Aldo Domenico Ficara, 31/08/2018
# Prof. Guido Leone, 19/11/2018 https:likenewscalabria.com/cronaca/scuola-digitale-e-innovazione-tecnologica-enorme-divario-tra-nord-e-sud-la-calabria-tra-le-ultime-posizioni/
Sono un’insegnante di scuola superiore che ha dedicato la sua vita ai ragazzi e alla formazione, combattendo e superando quotidianamente mille difficoltà logistiche e ambientali. Le paole del Ministro, e soprattutto il suo tono di stizzito rimprovero, la dicono lunga sulla considerazione che il Nord Italia e i nostri governanti hanno del Sud e della Scuola. Offese gratuite da parte di chi non conosce le realtà di cui parla e destinate a creare solo maggiore frustrazione e senso di abbandono. Non trovo le parole per esprimere il mio sdegno per come l’Italia tratta i suoi insegnanti, coloro che si occupano della formazione dei giovani, a cominciare dallo stipendio per finire con le considerazioni negative e prive di fondamento che chiunque si permette senza avere ne’ una corretta conoscenza della situazione, ne’ specifiche competenze nel campo. Ma si sa: in Italia devi essere supertitolato e competente per tutto, tranne che per fare l’ipinionista e il ministro!!!
Buongiorno Ester,
La ringrazio per aver lasciato un Suo pensiero in merito all’argomento affrontato nella mia riflessione. Da semplicissimo Cittadino, voglia gradire i sentimenti di sincero ringraziamento per il lavoro da Lei reso a favore del sistema scolastico Italiano e di tutti i Suoi dicenti, oggi sicuramente persone adulte e ricche di valori veri.
La saluto cordialmente
13 febbraio 2019 Buona sera Francesco, sono Carlo Gadaleta della associazione Domenico Marco Verdigi. Ho letto attentamente la tua riflessione, in proposito all’estrnazione del ministro Bussetti! Purtroppo il ministro, come dici tu nella tua relazione, avrebbe fatto bene a rendersi conto visitando personalmente, la realtà scolastica del sud Italia. Dove la scuola è veramente un campo di battaglia, dove i docenti fanno i salti mortali, e vanno oltre il loro lavoro di competenza, per scongiurare l’abbandono scolastico, garantire l’insegnamento con affezione ed abnegazione a prescindere. Ti confesso che sono veramente deluso, per questo scivolone prevenuto del nostro ministro della pubblica istruzione Italiana!!!
Forse non ricorda che nel nostro nord ovest, dico nostro, perché sono Lombardo come il ministro, la situazione scolastica non è tutta rose e fiori come potrebbe sembrare, ed il ministro ne è al corrente! Con strutture in alcune città prive delle norme di sicurezza, per gli studenti, e per il personale docente. Insegnanti precari, costretti a pellegrinare da una città all’altra, lavorando 40 giorni all’anno!!!!!! Penso che il nostro caro ministro farebbe bene se avesse a cuore tutta la scuola Italiana in toto, senza fare distinzioni tra nord centro e sud Italia. Così facendo aumenterebbe la stima internazionale che ci contraddistingue nel mondo!!!
Buongiorno Carlo,
Ti sono grato per l’attenzione che hai voluto riservarmi, leggendo la mia riflessione e successivamente lasciando anche un tuo pensiero. Personalmente credo sia indispensabile motivare all’azione, garbata ma decisa, quella massa critica silente, peraltro percentuale elevata della nostra Italia. Troppi silenzi e troppa indifferenza hanno reso possibile l’affermazione di una classe identificabile come mediotocrazia. Se ognuno di noi facesse bene la propria parte, ogni giorno, oltre a far crescere il livello della consapevolezza, potrà essere possibile arginare l’imperante ascesa dei mediocri e la deriva del futuro.
A presto