Uno dei grandi temi che i Sindaci dovranno affrontare nel brevissimo periodo, sempre a seguito dell’emergenza Covid-19, afferisce al mondo della Scuola. Dal più piccolo al più grande dei Comuni, nonché alle province ed alle città Metropolitane Italiane, a fronte dell’indirizzo giunto dal Ministro Lucia Azzolina, il 14 Settembre p.v. il suono della campanella, oltre a segnare l’avvio delle attività scolastiche, certificherà anche la qualità della macchina guidata dagli amministratori locali. Per molti aspetti, a tale adempimento verranno chiamate in causa anche le Regioni in quanto la Costituzione affida ad esse la competenza per il segmento della Formazione professionale, per l’obbligo formativo e per la formazione continua. Per rimanere in Calabria, ogni Ente Locale, al quale si aggiunge la Città Metropolitana di Reggio Calabria, nell’esercizio delle rispettive competenze, dovrà procedere speditamente per raggiungere l’arduo obiettivo, consistente nella concretizzazione di una serie di responsabilità che, per mille motivi, rischiano di non essere raggiunte, tanto per le difficoltà economiche quanto per la penuria di strutture da destinare alla fruibilità del mondo scolastico, nel rispetto di quanto indicato dalle Direttive Ministeriali. Il peso maggiore di tali difficoltà, rischia di penalizzare gli studenti che risiedono nei Comuni più piccoli della nostra regione. La presente riflessione non vuole essere un motivo di accusa nei confronti degli amministratori, ma una constatazione per le varie difficoltà incontrate sul campo e, forse, poco considerate come fattore di ritardo nella tabella di marcia utilizzata per l’avvio dell’Anno Scolastico 2020/2021. Inoltre, bisognerà tenere in considerazione il peso del disservizio che dovranno subire gli studenti i quali, molti di essi, a causa di una serie di circostanze, continueranno ad avere difficoltà a connettersi alla rete per seguire la didattica a distanza qualora si richiedesse necessario nuovamente rimanere a casa. In una recente analisi dei bisogni sociali, svolta in uno dei distretti territoriali della Città Metropolitana di Reggio Calabria, ricorrendo al metodo random per la somministrazione del questionario, è stato rilevato il risultato di cui al grafico rappresentato nell’immagine sottostante
Orbene, seppur in questa fase avevamo raccolto 67 risposte al questionario, il dato proietta una dinamica di particolare interesse che non dovrà essere trascurato per poter affrontare con la dovuta attenzione un bisogno sociale che non può più essere considerato accessorio ma deve essere interpretato come una nuova esigenza sociale e, vista la valenza educativa, estesa a tutta la famiglia, la rete internet andrebbe considerata come un servizio che dovrà essere inteso in maniera prioritaria per la crescita e lo sviluppo sociale. Pertanto, la rete non dovrà avere costi ma dovrà essere erogata gratuitamente perché posta a carico dello Stato. Inoltre, non va trascurata la potenziale lesione del diritto allo studio, tanto in costanza di mancata disponibilità delle aule quanto in assenza di una rete internet qualitativamente idonea a supportare lo studio e la crescita culturale dei nostri ragazzi. In tale visione, si va ad aggiungere una lesione del diritto al lavoro per quanti sono impegnati quotidianamente nel mondo della scuola e della formazione professionale, qualora le strutture e gli strumenti da lavoro non siano disponibili e fruibili nella loro interezza per l’avvio delle attività didattiche.
Oltre ad avere a cuore l’avvio dell’Anno Scolastico 2020/2021, sono certo che i 404 Sindaci della Calabria, i 4 presidenti di Provincia ed il Sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, nonché i commissari prefettizi a capo dei Comuni privi di un’amministrazione comunale, vivono moltissime difficoltà perché oltre a dover mettere in sicurezza 3.365 scuole – pubbliche e private – di ogni ordine e grado, si trovano a dover fare i salti mortali per reperire risorse, strutture ed anche a vigilare su tutte le procedure che si renderanno necessarie per ultimare i lavori in tempo e nel rispetto delle Leggi vigenti in materia. Per onestà intellettuale, avverto il bisogno di spezzare una lancia tanto a favore degli Amministratori locali quanto dei Dirigenti scolastici in quanto, sappiamo benissimo che l’inizio delle attività scolastiche non inizieranno il 14 Settembre. Già dai primi giorni dello stesso mese, si compiranno gli atti preliminari all’avvio dell’Anno Scolastico 2020/2021; le Comunità scolastiche, soprattutto il segmento medio superiore, dovrà affrontare le fasi di recupero ai quali sono interessati gli studenti con debiti formativi accumulati nello scorso Anno Scolastico. Si potrà comprendere quindi che il tempo a disposizione è davvero poco, meno di un mese e gli Amministratori, con queste tempistiche, non potranno adempiere alle richieste provenienti dal MIUR.
A tali difficoltà si aggiunge anche la delicatissima questione logistica. Nello specifico, il trasporto degli studenti. Se una parte di tale ambito afferisce in buona parte all’organizzazione interna dei Comuni, con espletamento per il tramite del servizio scuolabus, l’altra parte, sempre in tema di trasporti, riguarda in modo più complesso tanto il settore pubblico quanto il settore privato. Per l’esattezza, dovendo i vettori rispettare le prescrizioni in termini di distanze sociali e finalizzate al superamento dell’assembramento, diverrà fondamentale poter estendere la prescrizione anche durante l’espletamento dei servizi di trasporto rivolto alle persone. Questo delicatissimo ambito, diviene strategicamente funzionale sin dall’avvio dell’Anno Scolastico perché va considerato strutturale all’analisi del contesto e dei bisogni. Di conseguenza, si rende necessario affrontare la criticità con l’identica attenzione di come è stato fatto sino ad ora per altri ambiti. Pertanto, bisognerà considerare gli allestimenti dei locali scolastici ed i trasporti come un sistema dello stesso insieme che una volta assunto come tale non potrà più essere divisibile. Il servizio scuolabus, come il servizio di trasporto pubblico, dovrà triplicare la flotta dei mezzi impiegati in quanto non sarà possibile poter contare sulla piena disponibilità dei posti a sedere perché dovranno essere sensibilmente ridotti. Idem per autobus e treni. Come si agirà in tale circostanza? Come verranno gestite la fasi d’ingresso ed uscita dalla Scuola? E poi, qualora i bambini giungessero a Scuola un’ora prima dell’orario dell’ingresso, chi sarà preposto ad accoglierli? Chi vigilerà per garantire la loro incolumità? Stesso principio vale per l’orario di uscita. Come verrà governato? Si tenga in considerazione la particolarissima condizione dettata dalla struttura territoriale, tanto nella nostra regione quanto in tutte le regioni d’Italia: le aree interne, oltre ai centri urbani, vedono una estensione demografica maggiormente concentrata nelle aree periferiche e nelle zone rurali. Proprio in quest’ultimo segmento territoriale, molto spesso, si annida un’alta presenza di casi afferenti ai Bisogni Educativi speciali in quanto provenienti da nuclei familiari con accentuata presenza di povertà educative pregresse. Praticando il principio dell’inclusione scolastica e dovendo agire per garantire a tutti il principio dell’equità sociale, bisognerà fare sforzi straordinari per garantire il diritto allo studio a tutti.
Sempre in un altro studio, afferente ad un’altra analisi dei bisogni sociali, condotta anche sul territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria ma in un Comune dell’entroterra, è stato rilevato l’indicatore relativo alla proiezione delle persone che vivono in periferia, fenomeno sociale sempre più diffuso a seguito di una crescente traslazione in area periferica della residenzialità di molte famiglie, indicativamente prima del 2000.
Di conseguenza, il supporto logistico apportato dai genitori nella fase che si aprirà a Settembre sarà destinato ad avere un’ulteriore valenza sociale ed anche tale circostanza non dovrà essere sottovalutata nell’affrontare le criticità di cui all’oggetto della presente riflessione. Come si potrà notare nel grafico sottostante, l’incidenza che vede impegnati i genitori ad accompagnare i propri figli a Scuola, rappresenta il 51,9% della popolazione raggiunta. Tutto ciò si traduce inevitabilmente in ingorghi di traffico, inquinamento ed un notevole dispendio di tempo che viene inevitabilmente caricato sui rispettivi segmenti familiari, spesse volte impegnati in lavori giornalieri espletati in orari che non conciliano l’ingresso e l’uscita dei loro figli dalla Scuola condizionando la conciliazione tra gli adempimenti inerenti al ruolo genitoriale.
Questo approccio metodologico, seppur indicativo, vuole essere l’occasione per rappresentare la profondità di un problema spesso messo da parte perché i periodi precedenti non prevedevano fasi di analisi come invece è indispensabile operare in questa fase. Inoltre, non vanno trascurati altri indicatori tra cui: l’eventuale presenza di mense, il tempo prolungato e la presenza di assistenti educativi ed assistenti alla comunicazione, resi necessari per rispettare quanto previsto dalla Legge 104 e che in molti casi ricadono sui bilanci comunali, i quali, ben sappiamo sono vincolati alla programmazione preventiva e non soggetti a stravolgimenti improvvisi.
Come ha riferito il Ministro Azzolina il 28 Luglio u.s. durante l’informativa alle Camere, diverrà indispensabile il lavoro svolto su scala regionale. Sulla scorta di tale metodologia, sono chiamati in causa l’Ufficio Scolastico Regionale, gli Assessori regionali all’Istruzione ed ai Trasporti, una delegazione dei Sindaci e la Protezione Civile, unitamente a tutti gli Stakeholder presenti sul territorio e funzionali al superamento delle criticità per l’ambito scolastico.
Naturalmente, per massimizzare i tempi e rendere maggiormente funzionale l’azione complessiva, vivendo un tempo nuovo occorre individuare nuove regole per disciplinare tali ambiti. Oltre ad auspicare apposite sessioni di confronto tra i componenti della cabina di regia regionale, da svolgere tramite piattaforma informatica, in questo momento, la parte più importante del processo organizzativo è rappresentato dalla condivisione delle informazioni raccolte durante questo mese di Agosto. Prima di concludere e dopo aver analizzato con tutti i miei limiti conoscitivi uno degli ambiti più vasti dell’amministrazione delle Stato che è la Scuola, formulerei una proposta operativa rivolta principalmente ai Sindaci che, nell’esercizio delle loro funzioni potrebbero eventualmente trasferire al Governo e al Parlamento affinchè venisse previsto un progetto di Legge teso a disciplinare per un triennio a far data da Settembre 2020 e per la sola gestione della fase emergenziale, una norma finalizzata a consentire che gli importi di bilancio utilizzati dagli enti Locali per garantire il diritto allo studio e superare le criticità riscontrate, non dovranno concorrere nel computo utilizzato per il rispetto del patto di stabilità previsto dalla Legge. Gli eventuali importi utilizzati, dovranno trovare coperture con appositi capitoli di Bilancio dello Stato ed in tale direzione, potrebbero essere utilizzati i fondi del Recovery Found. Tale opportunità, potrebbe consentire il superamento di quelle difficoltà che non potrebbero essere altrimenti affrontate da moltissime Amministrazioni Comunali, già esposte ad imminente collasso economico e dove i tagli, oltre a generare mancata inclusione sociale si trasformerebbe in un freno posto all’istruzione dei giovani ed allo sviluppo socio-economico del Paese.
*Dr. Francesco Rao – Componente Direzione Nazionale Ans Sociologi – Roma