Quando c’era fame di sapere, la gente rientrava di corsa dai campi, dopo una lunga e pesante giornata di lavoro, spesso compiuta sotto la pioggia ed esposti al freddo, per seguire la trasmissione “Non è mai troppo tardi”, condotta dal Maestro Alberto Manzi e finalizzata alla preparazione da casa per sostenere gli esami di licenza Elementare.
Ricordo a me stesso: quella generazione ha conosciuto il peso dell’analfabetismo; ha conosciuto la fame; ha fatto sacrifici pazzeschi, oggi impensabili ed ha ricostruito l’Italia.
Grazie alla Rai ed alla lungimiranza di Aldo Moro, Ministro della Pubblica Istruzione, oggi abbiamo memoria di quali siano stati gli effetti di una autentica antenata dell’attuale D.A.D.
Il tutto, ieri come oggi, rappresenta un percorso per offrire alle Persone la possibilità di affrancarsi dall’emarginazione culturale, soprattutto per i Meridionali.
Lo so, ci manca la socializzazione, la classe, gli sguardi, la complicità ed anche il morso al panino del nostro compagno di classe.
Oggi più che mai, occorre pensare al risultato complessivo del viaggio in corso. Divisioni, strategie, approssimazioni e tattiche per dire tutto senza dire nulla, pregiudicano il sapere dei nostri studenti.
Forse, c’è bisogno di nuove metodologie per l’insegnamento mediante DAD. La lezione frontale, già da anni è sofferente – non lo dico soltanto io -, occorre rimettersi in gioco per ottenere un risultato che non sarà una nostra vittoria ma sarà la vittoria dei nostri ragazzi, esposti oggi al rischio della dispersione scolastica e di tutti gli effetti afferenti alla deprivazione culturale.