Il territorio riconducibile alla Città Metropolitana di Reggio Calabria, a seguito di moltissime ricerche afferenti alle scienze sociali che hanno preso in considerazione una serie di indicatori indispensabili, risulta essere il fanalino di coda dell’Europa. Proprio in questo territorio, è sempre più indispensabile far convergere un senso di responsabilità, apparentemente sempre più raro e una inedita volontà finalizzata a mettere da parte la pericolosissima autoreferenzialità, utilizzata da sempre per dividere e non unire e lavorare su un percorso dirompente nel quale la Comunità Educante possa divenire il riferimento necessario al mondo della Scuola.

“Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”, recita un antico proverbio africano. A quanto pare, la funzione mediatica del proverbio funziona molto bene; il contenuto del messaggio è sempre meno praticato. Pensateci un po, potrebbe essere molto oneroso per le Amministrazioni locali e soprattutto deleterio per i mediocri in quanto, una volta che il bambino è cresciuto grazie al sapere del villaggio, avrà gli strumenti per poter agire con discernimento senza percorrere quelle strade che hanno da sempre ostacolato la crescita socio-culturale del territorio. In passato c’erano i nobili a “farla da padrone” superata la nobiltà c’è stata l’affermazione della “mediocrazia” come prevalente classe di governo. I pochissimi proprietari di cervello risultano essere imprigionati nella rete della burocrazia,  paralizzati nel loro agire da milioni di atti normativi che rispetteranno puntualmente e vedendo strombazzare legioni di ignoranti e non curanti delle leggi sul trono del potere.

Quanti vivono il mondo della Scuola, non solo come lavoro ma come missione sociale, hanno ben chiara la dinamica del momento: ciò che la Scuola costruisce la società distrugge. Mentre a Scuola si insegna il rispetto delle regole la società impone modelli di sopraffazione; mentre la Scuola educa ai valori la società detesta i valori; mentre la Scuola costruisce la capacità critica attraverso il confronto la società si alimenta da beceri modelli, infamanti accuse e molta apparenza.

Oggi si parla tantissimo dei NEET (Persone, soprattutto di giovane età, che non hanno né cercano un impiego e non frequentano una scuola né un corso di formazione o di aggiornamento professionale). A volte tale argomento viene tirato fuori perchè qualcuno si ricorda che esistono i Giovani e nella loro vita non identifica l’importanza dei sogni e dell’entusiasmo ma non si perde occasione per puntare il dito,  additando responsabilità che in verità appartengono in maggior percentuale proprio al mondo degli adulti. Una per tutti, chi sottoscrive i ricorsi al T.A.R. per una bocciatura?

Buona parte dei giovani emigra dalla Calabria soprattutto per studiare fuori regione. Quanti scelgono di rimanere, tentando di resistere alla tendenza consolidata, qualora la loro scommessa di vita non dovesse andare a buon fine a seguito di mancate occasioni occupazionali, finiranno per portare avanti l’identico segmento di vita dei propri genitori e purtroppo, non si può escludere a priori anche qualche caso di devianza.

Ecco perchè è fondamentale intervenire sui modelli di Welfare Sociale, intravedendo nella Scuola il punto di partenza di una scommessa che dovrà intravedere nella Comunità Educante una rinascita socio-economica avviata dal basso. Occorre perciò avviare un atto di discontinuità con il passato contenendo  la riduzione del fallimento formativo precoce, causa principale della dispersione scolastica, attraverso specifiche le seguenti 3 azioni:

– sostegno agli studenti con particolari difficoltà e fragilità mediante interventi educativi ed integrativi, svolti in orario extra-orario scolastico ed attivando oltre allo svolgimento dei compiti anche altre attività laboratoriali;

– promuovere percorsi di formazione riservati ai genitori e finalizzati ad avviare metodologie innovative tese ad incidere immediatamente tanto in tema di contrasto alla dispersione scolastica, con particolare riferimento a quelle aree o realtà scolastiche nelle quali il fenomeno presenta una più elevata rilevanza quanto alla indispensabile rivisitazione sociale della famiglia, quale cellula sociale della Repubblica Italiana;

– promuovere attività di orientamento in grado di supportare concretamente i processi di scelta dei giovani, favorendo un sistema orientativo di integrazione tra le politiche dell’istruzione, della formazione e del lavoro in grado di accompagnare le famiglie, gli insegnanti e i formatori nelle attività di prevenzione e di lotta ai fenomeni di dispersione scolastica.

L’intera percorso da compiere dovrà considerare come prioritario anche l’innalzamento del livello di istruzione della popolazione adulta. I segmenti dell’occupazione ormai richiedono non soltanto un Diploma ma richiedono anche competenze digitali e superare i diffusi fenomeni di analfabetismo funzionale.

Per affrontare questa innovazione educativa non bisognerà più attendere i centesimi dei bilanci comunali. La  maggior parte dei Comuni non ha risorse disponibili a seguito dei continui tagli dello Stato, per  la mancata capacità di apportare ricchezze alle casse del Comune valorizzando il territorio e per miopia nell’intravedere il futuro nelle giovani generazioni. La strada da intraprendere è quella della raccolta fondi, della co-progettazione  e soprattutto una straordinaria volontà di chiudere con i vecchi e superati modelli di finanza locale. L’emergenza demografica e la denatalità rappresentano soprattutto nelle aree del Mezzogiorno una criticità che non potrà essere costantemente rinviata.   La distribuzione della popolazione in Italia, suddivisa per fasce d’età e relativa al 1950, al 2000 ed al 2050 rappresentano chiaramente quanto sia importante mettere da parte zavorre, litigi e personalismi per iniziare a lavorare ai patti di Comunità, intesi come modelli operativi che potranno essere anche un rinnovato spunto per amministrare la Polis e riportare i Cittadini ad essere protagonisti della vita politica superando finanche il crescente fenomeno dell’astensionismo elettorale.




Ti è piaciuta questa riflessione? Condividila con i tuoi amici o pubblicala sui tuoi canali social. La Comunità Educante è anche condivisione. Se invece volessi inviarmi i Tuoi suggerimenti, utilizza il form nella sezione contatti.

Grazie per la tua attenzione

Francesco Rao – Sociologo (attualmente Presidente del Dipartimento Calabria – Associazione Nazionale Sociologi e Componente del Direttivo Nazionale ANS)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *