Ancora oggi, la strategia per “eliminare” i servitori delle Istituzioni con la schiena dritta e i Cittadini incorruttibili è identica: si parte dalle congiure di palazzo per passare poi alla diffidenza, alimentata da false accuse fatte circolare ad arte. Quanti resistono a questa prima fase ne subiranno una seconda tesa a ferire nell’onore il soggetto “scomodo”, perché non assoggettabile alla corruzione. Non raggiunto l’obiettivo, proprio i potenziali corruttori alimenteranno i titoloni di quei giornali che si presteranno al gioco per vendere più copie e asservire il potere. Seguiranno i tam tam con le ricorrenti inchieste giornalistiche, vuote di contenuti ma graditi a una platea giustizialista. Giunti a questa fase, la persona presa di mira sarà sfiancata e il vuoto creato intorno sarà l’ulteriore azione premeditata per indurre il malcapitato a ravvedersi e accettare il compromesso e la corruzione. Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ha patito queste e altre insidie, ma non ha mai ceduto.
In via Carini a Palermo, quel 3 settembre, è stata manifestata tutta la debolezza di un sistema “immenso”, costretto ad arrendersi al cospetto di un grande uomo, un grande Carabiniere, un signor Ufficiale e un rappresentante delle Istituzioni, per intenderci quelle oneste e non deviate.
Lui credeva nei Giovani. Adesso dovranno essere i Giovani a credere in quel messaggio di speranza, stroncato da menti raffinatissime e pronte ad armare la mano criminale degli esecutori per affermare un potere che contrasta letteralmente la Democrazia, la Libertà e la Giustizia.
Onori Sig. Generale!!!
Credere, sostenere e avere la fortuna di vivere con uomini così è l ‘unico modo di debellare il male
Buon pomeriggio Romeo, grazie per aver letto e commentato quanto scritto. L’esempio è la chiara dimostrazione di quanto ogni persona potrà ottenere dalla vita.
Saluti