Sappiamo benissimo che la politica sta vivendo una profonda fase critica. Siamo passati dall’arte nobile del governo al compromesso nel quale a prevalere non è più la qualità ma la mediocrità. Di volta in volta, la sommatoria negativa dei compromessi praticati da tale modello, ha iniziato svuotando il potere del Corpo Elettorale ormai chiamato a sbarrare un nome prestampato sulla scheda elettorale senza poter esercitare una vera scelta; ha svuotato il potere del Parlamento, sempre più chiamato a convertire in Legge la decretazione d’urgenza, praticata dai vari Governi composti da tecnici chiamati di volta in volta per sostituire i governi politici, sempre più litigiosi e inconcludenti. Intanto il tempo passa, passano le occasioni e perdiamo le grandi opportunità rimanendo al palo senza parole e continuando a intravedere il peggiore segnale di un malessere sociale rappresentato soprattutto dal crescente numero di giovani disoccupati da una parte e dalle numerose aziende impossibilitate a poterli assumerli dall’altro. In passato tutto ciò era un paradosso. Adesso è una normalità che genera solo indifferenza. Il debito pubblico è un treno in corsa senza freni; l’aumento dei costi dell’energia rischia di generare fortissime instabilità interne a causa del rincaro dei prezzi e del rinnovato peso dettato dall’inflazione che buca le tasche degli italiani ed ancora oggi, 29 gennaio 2022, la politica ed i suoi grandi elettori, chiamati ad eleggere il Presidente della Repubblica, praticano il gioco delle tre carte schiacciando il futuro dell’Italia e degli Italiani nel vendicativo gioco dei veti. Senza voler giudicare nessuno, credo sia ormai diffusa la paura di poter essere una nazione forte a all’avanguardia a causa della persistente penuria di autostima. A ciò si unisce anche un degrado istituzionale registrato nei giorni scorsi nel quale la politica, seguendo l’istinto dettato da una volontà di poter determinare le scelte in solitudine si è trovata a ridicolizzare il il ruolo delle Istituzioni. La sintesi di tale constatazione risiede nell’aver utilizzato i nomi della Presidente del Senato Alberti Casellati e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il solo vezzo di poter mostrare al mondo dell’informazione muscoli caricati di estrogeni e cervelli dell’IKEA, montati senza seguire le istruzioni, arrecando ulteriori ritardi e incrementare l’incertezza e lo spettro dell’instabilità politica registrata quotidianamente dalle borse. La soluzione a questa fase di profonda empasse è duplice: la prima consiste nell’esprimere una corale richiesta di rielezione del Presidente Sergio Mattarella con una ampia maggioranza; in alternativa, si potrebbe attuare una fase di discontinuità indirizzando i voti del Parlamento, riunito in seduta comune su Elisabetta Belloni. Nel primo caso, l’attuale Presidente della Repubblica Mattarella, seppur da tempo avesse chiarito la sua posizione, rendendosi disponibile per la riconferma, oltre a dimostrare un fortissimo senso di servizio alla Nazione, supportato dall’esperienza e dalla capacità di condurre in avanti le sfide che ci attendono, consentirebbe all’attuale Governo, guidato dal Prof. Mario Draghi, quella continuità da più parti del mondo auspicata per portare a compimento le azioni afferenti al Piano di Ripresa e Resilienza. In alternativa, come già detto, eleggere l’attuale Direttrice del DIS alla Presidenza della Repubblica, potrebbe essere il repentino cambio di passo praticato da una classe politica capace di essere autocritica nel riflettere sulle numerose gaffe compiute in pochissimi giorni riuscendo ad affrancarsi da una visione ed un modello politico ormai è “superato”. Tale scelta, oltre ad aprire all’Italia una nuova prospettiva geopolitica, andrebbe ad inserire un fortissimo valore aggiunto all’agire politico che non può essere più riconducibile ai soli concetti astratti e populistici, privi di fondamento e ancor di più sconclusionati. Abbiamo già assistito all’ingresso in Parlamento di eletti intenzionati ad aprire come una scatoletta di tonno il sistema e andando oltre alle aspettative, oggi cosa è rimasto di quella determinazione? Occorre competenza e visione per affrontare le nuove sfide soprattutto per arginare le crescenti instabilità economiche, politiche e sociali interne ed esterne. Del Presidente Mattarella abbiamo già avuto dimostrazione di come siano state condotte anche le fasi più ardue rilevate nelle varie fasi di stallo politico. Per quanto riguarda la Dott.ssa Elisabetta Belloni possiamo tranquillamente affermare che non è una persona a caso, nominata o eleggibile perché ha una tessera di partito in tasca. Stiamo parlando del meglio che l’Italia possa esprimere per ricoprire il ruolo apicale della nostra Repubblica. Di lei sappiamo che negli ultimi 37 anni ha servito con onore e disciplina lo Stato italiano, raccogliendo attestati di stima nazionali e internazionali. A ciò si aggiunge la dimostrata capacità e professionalità nel saper coordinare il Dipartimento per la Sicurezza interna ed esterna, senza tentennamento alcuno. Infine, per quanto riguarda le “paure” dettate in queste ore dai leader politici, relativi alla provenienza dell’attuale Direttrice del D.I.S., tirate in ballo da taluni esponenti di partito, forse più per giustificare il loro complessivo fallimento che per fondati motivi, credo sia opportuno sorvolare senza nulla aggiungere. L’Italia deve ritrovare quell’orgoglio e quella passione dimostrata da sempre nello sport e riconosciutaci da tutto il mondo con il nostro saper fare bene. Per rompere con la mediocrità e riprendere la corsa della crescita dobbiamo credere nell’importanza delle competenze, sostenendo la necessità che ogni governo, dal più piccolo dei Comuni dell’Italia al Governo della nazione, sia presieduto da persone competenti e non più dall’espressione di un compromesso atto a garantire lunga vita ai mediocri. C’è una grande trasformazione in atto e dovremo iniziare ad abituarci all’idea che le nuove ricchezze che determineranno l’esercizio del potere non si chiamano soltanto oro, petrolio, gas, energia e acqua. Vi sono ricchezze molto più importanti. Tra esse, saper gestire le informazioni con largo anticipo, può fare la differenza, naturalmente in meglio.
Francesco Rao – Presidente Dipartimento Calabria Associazione Nazionale Sociologi