…Buongiorno Andrea, ti chiedo scusa per non aver risposto prima.
Ti ringrazio per lo spunto che mi hai dato richiamando in modo ironico il cosiddetto “outing”, dettato da una constatazione non omissibile che in queste righe proverò ad illustrarti.
Vista la circostanza, credo sia giusto che tu e tanti altri amici, abituali lettori della mia pagina, magari conoscendomi poco, possiate avere qualche informazione in più, relativamente ad una fase della mia vita nella quale la Politica è stata una seconda scuola al punto tale da essere stata la motivazione determinante per farmi conseguire una laurea in scienze politiche.
Tutto inizia quando frequentavo la Seconda Media, grazie al professore Bruno Naso. Fu lui, prima a regalarmi il libro di testo utilizzato per studiare la storia e poi a propormi di tesserarmi al Fronte della Gioventù, dallo stesso chiamato, secondo l’antico canone, “Giovane Italia”. In questi due passaggi sono racchiusi moltissimi elementi della mia vita, dalla scelta del percorso di studi compiuto al mio modo di essere e di lavorare quotidianamente accanto a quanti non hanno voce per reclamare i loro diritti.
Quelli sono stati per me anni bellissimi e soprattutto formativi, circostanza che ogni anno, il 7 febbraio, traduco con sentimenti di riconoscimento al mio mentore, deponendo un fiore sulla sua lapide. In molte occasioni, durante i vari momenti di confronto, mi sono sentito dire: “per essere di Destra bisogna prima studiare bene la Sinistra, altrimenti si rischia di essere soltanto fanatici sciocchi”. Ricordo con gioia i momenti trascorsi nello studio di casa sua. A volte il confronto era incentrato sulla capacità avuta da Renzo De Felice, uomo chiaramente di Sinistra, ma anche straordinario studioso del Fascismo, capace di leggere quella fase storica in modo approfondito, senza cadere nella faziosità che oggi qualsiasi “giovane” penna, in cerca di fama, avrebbe compiuto per cavalcare l’onda del successo.
A volte ci si confrontava sui contenuti riportati dalla stampa, ricorrendo alla comparazione di alcune notizie. Certo, non c’era l’abbondanza delle informazioni odierne ma lo spunto era utile a costruire un pensiero critico, partendo da più angolazioni. Il metodo per fare ciò era semplice: chiedevamo in prestito ad un altro docente una copia de “l’Unità”, portata rigorosamente sotto il braccio, con il titolo della testata sempre in bella vista, per confrontare alcune notizie con i contenuti riportati ne “il Secolo d’Italia”. Dalla constatazione delle diverse prospettive, si ragionava sui tanti perché, rileggendo le fasi storiche come cause riconducibili ai diversi effetti, tradotte di volta in volta in scelte politiche attuate in quei tempi dai partiti. Nel 1993, ho conosciuto l’on. Aloi, divenuto nel primo Governo Berlusconi Sottosegretario alla Pubblica Istruzione. Grazie a questa opportunità ho avuto modo per riavvicinarmi nuovamente alla ricerca di quell’apporto culturale che la Politica ha sempre avuto ed oggi ha letteralmente perso a favore di slogan, annunci e sempre più gratuite offese.
Nel 1995 ho nuovamente rinnovato la tessera del Fronte della Gioventù, sono stato eletto segretario del Circolo di Cittanova e successivamente segretario provinciale. Quella è stata una fase politica davvero bella e indimenticabile nella quale, insieme a tanti amici, raccoglievamo i frutti di un percorso culturale straordinario, culminato con la nascita di Alleanza nazionale, con il primo governo del centro-destra, con la nomina di Ministro degli Esteri per la prima volta espressione del nostro mondo politico, persino accreditato in quegli ambienti che giustamente, per le atroci vicende del passato, ne avevano da sempre nutrito una certa diffidenza per l’area politica di appartenenza. Proprio in quei tempi, partecipando alle numerose manifestazioni regionali e nazionali, ho conosciuto anche Giorgia Meloni e ieri come oggi era determinata nel portare avanti un sogno che oggi è divenuto realtà: una Destra moderna al governo. Oltre a lei ho avuto modo di conoscere numerosissimi dirigenti giovanili, oggi deputati e senatori nonché brillanti professionisti. Con alcuni di essi è rimasta una profonda amicizia, coltivata nel tempo grazie a qualche telefonata, qualche messaggio e qualche incontro.
Giustamente, di tutto ciò tu non avevi la minima idea. Ecco perché è importante informarsi prima di giudicare.
La mia formazione politica, grazie agli insegnamenti di personalità straordinarie, è stata interamente incentrata sul concetto che anche in Italia può e deve esserci una Destra moderna, capace anche di condannare al Fascismo quelle scelte compiute nel 1938 senza mezzi termini, ben distinguendosi da quanti, sostenendo le loro idee, continuano a difendere in blocco il Ventennio. Con il passare del tempo, nel 2009 ho visto ammainare la bandiera di Alleanza nazionale a seguito della nascita del Popolo della Libertà; poi, nel 2010, ho seguito la nascita di Futuro e Libertà, intravedendo una nuova ripartenza di quel progetto nel quale la Destra moderata potesse rivendicare il diritto di sottoporsi al vaglio degli Elettori e ottenendo democraticamente la fiducia per governare il Paese. L’epilogo di quel sogno è poi culminato nel caso Montecarlo con l’uscita di scena di Gianfranco Fini, per me sino ad allora, indiscusso leader di un mondo che racchiudeva idee, valori e una visione.
Dal 2003, per motivi familiari, avevo messo da parte l’attivismo politico. La priorità era lavorare rimanendo il Calabria. A livello locale, per le Amministrative del mio paese, ho partecipato a diverse competizioni elettorali senza essere mai stato eletto. Oggi, a distanza di anni, avendo ottenuto le risposte ai tanti perché, le mancate elezioni le accosto alle numerose soddisfazioni sino ad ora avute. Le varie circostanze nelle quali mi sono messo in gioco sono state occasioni per potermi confrontare con altri candidati. In parte ho avuto modo di essere fedele alle mie idee, candidandomi in liste civiche di centro-destra, in altre circostanze, non ritrovandomi nei progetti “scaduti”, presentati dagli schieramenti naturalmente a me vicini ma distanti nella visione di un progetto politico comune, mi sono ritrovato d’accordo su un programma elettorale proposto da uno schieramento opposto e da indipendente, sulla scorta di tali scelte e con l’intento di creare migliori occasioni di crescita e sviluppo locale, ho accettato candidature in liste civiche non di centro-destra.
Nel 2014, insieme un gruppo di persone che in parte ritenevo amici, avevamo dato vita ad un progetto che nel medio periodo ci avrebbe consentito di invertire il senso di marcia alla politica cittanovese. Quella sarebbe stata l’occasione per eleggere almeno due consiglieri e avviare dall’interno del Consiglio Comunale una nuova fase destinata ad essere la discontinuità con il passato. Purtroppo, come accade sempre in questi casi, a dettare i tempi e le azioni non sono stati i programmi, il confronto ed i progetti per il futuro ma hanno trovato ampio spazio i livori, i dubbi, la miopia e molto altro. Tutto ciò, sottolineo, è stato indotto soprattutto da fattori esterni, impegnati più nel dividere e impedire il cambiamento che per far emergere quei diversi punti di vista, indispensabili nel mondo della politica per poterci lavorare e individuare insieme una sintesi sulla quale essere coesi e andare avanti. Naturalmente questa complessa dinamica ne ha determinato la prematura conclusione di un progetto, con risvolti anche poco edificanti. Chissà, forse un giorno, riaprendo le mie varie agende e rendendo riservati i mittenti, pubblicherò gli screenshot contenenti i numerosi messaggi ricevuti nei quali venivano di volta in volta illustrati giochi e giochini praticati più per tutelare posizioni personali che per promuovere quel bene comune che apparentemente ci univa.
Naturalmente quando si è messi fuori gioco non si ha accesso a molte notizie e di conseguenza non si può agire e bisogna avere spalle larghe nel subire. Quindi ha la meglio chi trama per proprio tornaconto e non chi pensa a costruire il bene comune. Tali fatti non sono ascrivibili a reati penalmente perseguibili. In tal caso non avrei esitato a fare la mia parte, denunciandone i fatti alle autorità preposte, ma afferiscono a quel gioco delle parti utile a garantire sia i momenti di quiete sia i momenti di tempesta politica alle quali ciclicamente si assiste vedendo prima i manifesti, poi un polverone e alla fine non accade nulla perché mancano i contenuti. Per ora mi astengo dal divulgare tutto ciò, altrimenti renderei impossibile a molte persone di potersi divertire recapitandomi di tanto in tanto messaggi di disprezzo, livore e odio tramite i moderni mezzi di comunicazione. Sto raccogliendo anche queste note, senza sofferenza e con immensa gratitudine. Tutto ciò mi aiuta a comprendere le tante dinamiche locali non vissute perché in media lavoro lontano da casa 12-13 ore al giorno.
Per tornare allo spunto offertomi da Andrea. La mia pagina Facebook è utilizzata prevalentemente per trattare tematiche afferenti al mondo giovanile e della scuola, della formazione professionale e le numerosissime criticità vissute dal Meridione e dai Meridionali, rimasti in questa terra credendo nelle proprie capacità e nelle immense bellezze poste sotto i nostri occhi e spesso deturpate dalla mediocrità divagante, incapace nel vedere opportunità per creare sviluppo e sempre pronti a disprezzare chiunque tenti di reagire a tale sistema nonché continuare ad applicare quella regola non scritta per la quale era meglio voltarsi dall’altra parte facendosi i fatti propri. Da questo atteggiamento è nata l’asfissia che ancora oggi consente a pochissime persone di poter guardare i problemi con l’intento di non subirli ma nel voler contribuire a risolvere. Ebbene, il sottoscritto, tranne una parentesi professionale svolta in Emilia-Romagna e ancor prima nell’aver prestato servizio militare a Roma, è tra quelle persone che sono rimaste in Calabria, pur avendo avuto opportunità di lavorare fuori regione e di tale scelta continuo a farne un vanto.
Rispetto chi è andato via per lavorare, ma ad essi, te compreso, non posso accordare la memoria storica lasciando immaginare di poter conoscere una persona perché è “amica” su Facebook. Pertanto, la prossima volta, prima di fare il simpatico e dare lezioni di stile, chiedi informazioni agli interessati, apri alla tua mente le porte della curiosità, informati bene in lungo e largo senza fare di tutta l’erba un fascio e poi, soltanto poi, esprimi i tuoi legittimi e inviolabili giudizi evitando di scadere.
Noi due, se ben ricordo, abbiamo condiviso una brevissima parentesi di frequentazione e non credo sia mai stato possibile farti conoscere quanto, in questa occasione, ho scelto di illustrarti con il solo intento di chiarire e ringraziarti per avermi sollecitato a rivivere e scrivere una fase entusiasmante della mia vita, occasione tra l’altro fondamentale per meglio comprendere l’importanza di assumersi in pieno le proprie responsabilità con la capacità di riconoscere gli errori che sono stati anche tanti al punto tale da averne fatto per ognuno di essi motivo di crescita.
Pertanto, il commento al quale tu hai giustamente risposto non è dettato da entusiasmi dell’ultimo secondo ma affonda le sue radici in qualcosa di molto più grande che direi sia stato costituzionalmente disciplinato: la responsabilità penale è personale. Tale affermazione, ancora oggi, in Calabria come in qualsiasi altra regione d’Italia, non è ben chiara e radicata al punto tale che oltre al colpevole (soggetto destinatario di una condanna passata in giudicato e in pieno diritto di essere reinserito socialmente dopo aver scontato la pena inflitta qualora dimostri pentimento e rieducazione) a pagare il conto sono anche mogli, figli, nipoti e parenti i quali hanno anche avuto la forza e la volontà di staccarsi formalmente e sostanzialmente di chi ha scelto di vivere la vita sul binario della devianza intraprendendo la via dell’onestà.
Se questo percorso, per te e per molti altri, dovesse rappresentare un fatto pregiudiziale, vi è ampia facoltà nel decidere di abbandonare il rapporto amicale o conoscitivo alimentato sia nel mondo virtuale dei Social sia nella realtà. Giorno dopo giorno mi accorgo di quanto sia interessante potersi confrontare, a volte si può anche cambiare qualche idea perché le idee come il tempo e i rapporti interpersonali sono fatti dinamici che muovono l’agire sociale, le scelte, le rinunce, le proteste e le condivisioni. Dopotutto, un sociologo statico sarebbe in contrapposizione al mondo delle scienze sociali, da sempre attente allo studio dei costanti mutamenti.
Caro Francesco RAO, buon pomeriggio.
Leggere questa lettera inviata ad Andrea, mi consente di esternare una mia riflessione sui contenuti cronologici del tuo percorso culturale e della tua formazione politica.
La politica viene considerata l’arte nobile della vita di relazione, rappresentazione e soddisfacimento dei bisogni pubblici.
Conoscendo da un buon numero di anni la tua persona, credo di poter affermare, che la tua vita è caratterizzata da tanta e sana buona volontà di fornire risposte risolutive ai bisogni altrui, senza nulla chiedere in cambio a titolo di ricompensa.
Ora che ho letto la tua lettera, indirizzata ad Andrea, che me lo immagino un giovane tuo studente, provo emozioni di felicità e gioia, per lo stile e il garbo, con i quali hai voluto trasmettere al tuo studente, il vero significato del tuo essere, persona al servizio della persona umana e molto attento al rispetto di ogni singolo essere vivente e non del creato.
Questa lettera andrebbe diffusa sul web e fatta leggere soprattutto ai genitori e giovani.
Con profonda stima,
Emilio Errigo
Uomo dell’anno Calabria 2022
Gent.mo Emilio buongiorno e grazie per la cordiale attenzione.
La diffusione dei social, la quotidianità liquida, come Bauman amava definire il nostro tempo, spesse volte crea dei vuoti nei quali si costruiscono rapporti superficiali e tale circostanza diviene spesso il pretesto per rendere forti giudizi approssimati. Quando si partecipa alla vita pubblica, scrivendo e descrivendo idee, progetti, speranze e visioni, credo sia importante farsi conoscere a quanti seguono e leggono tali propositi. In tal senso, ognuno di noi si sofferma spesso sulla propria professione senza magari rendere evidente la profondità delle radici che nutrono l’albero. Grazie ad un mio amico, il quale non aveva idea di una parte del mio percorso di vita, maturato in ambito politico, ho colto questa opportunità per raccontarmi, circostanza che sicuramente sarà gradita a moltissimi miei amici e lettori.
Grazie ancora, di tutto.
Con stima e amicizia
Francesco Rao