Il divario digitale e le povertà educative rappresentano due emergenze cruciali che colpiscono il Mezzogiorno e, in particolare, la Calabria. Recenti studi, ISTAT e INVALSI hanno evidenziato come il digital divide incida pesantemente sulla formazione dei giovani, limitando le loro opportunità di apprendimento e sviluppo. Si pone al centro dell’attuale dibattito anche la prospettiva futura degli attuali giovani che frequentano la scuola primaria, attraverso una domanda che di per se è anche una risposta che i decisori politici dovrebbero considerare: esiste già la tipologia occupazionale che sarà svolta in futuro da quanti frequentano oggi la Prima classe della scuola primaria? In un’Italia a due velocità, i dati parlano chiaro: il 12,3% dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni non possiede un computer o un tablet a casa, una percentuale che nel Mezzogiorno sale al 20%, coinvolgendo circa 470 mila giovani. Il 57% di chi dispone di un dispositivo deve condividerlo con altri membri della famiglia, mentre solo il 6,1% delle famiglie può contare su un computer per ogni componente. A tutto ciò si aggiunga che recuperare una password, operazione che dovrebbe essere alquanto semplice, per moltissimi giovani, è fonte di forte stress. Questa disparità digitale si riflette negativamente sulla capacità di utilizzare le moderne tecnologie per alimentare lo smartworking, lo studio e l’apprendimento in genere, rendendo difficile la partecipazione a eventuali attività di recupero oppure lavorare in team ad un progetto. Sebbene quasi tutte le famiglie abbiano accesso a Internet, spesso attraverso il cellulare di un genitore, ciò non basta per garantire un’educazione equa e accessibile a tutti. Difatti, tra le azioni promosse dal PNRR, ingenti finanziamenti a sostegno della transizione digitale, sono stati investiti per l’ampliamento dei punti di accesso alla rete internet. Oltre alla carenza di dispositivi, un altro problema riguarda le competenze digitali. Secondo ISTAT, solo il 30,2% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni possiede elevate competenze digitali, mentre il 3% non ha alcuna competenza in questo ambito. Le ragazze sembrano leggermente avvantaggiate rispetto ai coetanei maschi, con il 32% che possiede competenze digitali avanzate rispetto al 28,7% dei ragazzi. Questa situazione mette in evidenza una realtà preoccupante: molti giovani non sono adeguatamente preparati per sfruttare le potenzialità della didattica digitale, circostanza per la quale, ancora oggi, buona parte del mondo scolastico non intende accettare l’idea per la quale il superamento della lezione frontale è un fatto conclamato e la didattica, oltre ad essere un fatto esponenziale, dovrà essere anche il pretesto per sviluppare competenze digitali attraverso l’usa delle web app. Le difficoltà legate al digital divide non riguardano solo le famiglie, ma anche le infrastrutture. In molte aree interne della Calabria, la qualità della rete Internet rappresenta ancora oggi un ostacolo piuttosto che un alleato, rendendo difficoltoso l’accesso alle piattaforme didattiche. Inoltre, la dotazione informatica delle famiglie meno abbienti è spesso di scarsa qualità, compromettendo l’efficacia dell’utilizzo praticato dagli studenti attraverso software potenti e performanti spesso non supportati.
Per fronteggiare questa emergenza, nella fase post Covid, il Ministero dell’Istruzione ha stanziato 85 milioni di euro, di cui:
- 10 milioni destinati alle scuole per il potenziamento delle piattaforme e-learning e degli strumenti digitali;
- 70 milioni per fornire dispositivi digitali in comodato d’uso agli studenti meno abbienti;
- 5 milioni per la formazione del personale scolastico.
Alla Calabria sono stati assegnati 3,6 milioni di euro, un contributo che, sebbene utile, non credo sia stato sufficiente a colmare il divario esistente. La pandemia ha messo in luce l’importanza di un’educazione digitale accessibile a tutti bisogna ma ha anche consentito di osservare la reazione dei nativi digitali, i quali hanno saputo tradurre la sfida in opportunità affrontando un modello di didattica prima di allora mai realizzato in ambito scolastico. Tutto ciò, ha notevolmente contribuito a generare un repentino adattamento a un mondo sempre più tecnologico. Superare il digital divide significa raggiungere in fretta il prioritario obiettivo teso a garantire a tutti gli studenti le stesse possibilità di apprendimento ed opportunità di confronto digitale. Il futuro dell’Italia dipende dalla capacità di superare queste disparità, affinando tutte le strategie tese a consentire a ogni giovane di costruire il proprio avvenire senza subire gli ostacoli imposti dalla mancanza di mezzi e risorse.