L’estremo sacrificio compiuto da quanti hanno creduto e servito le Istituzioni, con amore passione e fedeltà, possa divenire un concreto impegno per i Giovani di tutte le generazioni. Per mantenere vivo il ricordo, rendendo onore al Giudice Paolo Borsellino ed gli agenti della Polizia Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, ognuno di noi può ancora fare tanto. Oggi, a distanza di 28 anni da quella tragedia, mi permetto di suggerire un piccolo consiglio sia ai miei giovanissimi amici sia ai loro genitori: siate insaziabili in tema di conoscenza e sapere. Non si finisce mai di apprendere ed imparare, perciò bisogna essere curiosi e critici in modo costruttivo. Questa consapevolezza non divenga mai un limite ma sia per tutti una ennesima opportunità per crescere. Le distrazioni della nostra quotidianità sono tante e, oggi più che mai, rappresentano quella mela del peccato che nel Terzo Millennio, con dire sociologico, potremmo chiamare disinformazione di massa. Tale fenomeno, in buona parte, potrebbe essere stato creato artatamente da menti raffinatissime per poterci controllare meglio e con semplicità. Pertanto, nel ricordare quanti hanno dato la loro vita per compiere il loro dovere, ho pensato di rendere omaggio alle vittime di Via D’Amelio con questa breve riflessione, auspicando una crescente presa di coscienza e soprattutto rammentando che voltarsi dall’altra parte significherà l’aver deliberatamente deciso di mettere da parte la bellezza di una libertà ed il valore del senso civico che ogni Cittadino dovrà avere di fronte alla propria Comunità e di fronte alla Legge, unico atto teso a disciplinare l’agire umano. Un pericolo evidente per la nostra libertà e per il nostro futuro si chiama compromesso, fatto che non dovremo mai compiere perchè il profumo della speranza, seppur tenue ed a volte impercettibile, dovrà coprire il puzzo e il peso della devianza in esso contenuto. Spero possa giungere il mio abbraccio all’unico sopravvissuto di quella strage, l’agente Antonino Vullo. Anche lui, quel giorno, verosimilmente è morto con Paolo Borsellino ed i suoi colleghi della scorta. Non dimentichiamoli.
Quando un solo essere vivente muore è già una perdita per il creato, quando poi sono uomini e donne, servitori dello Stato, non resta che piangere per la sconfitta subita dalla Società.
Non chiedo tanto ai Giovani del Meridione d’Italia, mi aspetto solo che loro comprendano la grandezza della sofferenza umana che i loro figli e loro familiari hanno dovuto sopportare da esseri innocenti per il bene altrui.
Emilio Errigo