Un tema attualissimo, poco interessante agli occhi della politica in quanto sempre più impegnata nelle faccende domestiche volte a mantenere vivo il proprio orticello, indispensabile per esercitare “male” il potere da esso generato. A fronte di ciò rimane una profonda sofferenza per le madri ed i padri dei nostri ragazzi, costretti a preparare la valigia e partire alla ricerca di un lavoro, considerando anche la possibilità di dover ripiegare accontentandosi di svolgere qualsiasi lavoro e mettendo da parte quelle competenze acquisite nel mondo dello studio per ripiegare in ben altra attività. Oggi non ci sono più le valigie di cartone, i treni con i sedili in legno e le infinite ore di viaggio rintracciabili nei memoriali che descrivono i fenomeni migratori degli anni ’60. Per raggiungere le città del Nord la mobilità è cambiata. Rimane intatto un profondo divario destinato a squarciare la società Meridionale, le famiglie, gli affetti e la possibilità di poter immaginare una rinascita del Sud. Seppur ancora distanti, iniziano ad essere intravisti i risultati reali dei danni arrecati in maniera strutturale alla nostra Italia. Le cause sono tantissime e le responsabilità anche. Alla base di tutti i mali potremmo individuare le continue e rovinose riforme dell’istruzione. Difatti, la mancanza di percorsi scolastici volti a generare una istruzione di qualità, al passo con i tempi e proiettata attivamente nella contestualizzazione che dovrà produrre i risultati ne conseguirà soltanto un blocco dell’ascensore di quella mobilità sociale resa possibile da sempre grazie alla qualità degli studi compiuti. Oggi assistiamo privi di forze alle pubblicazioni di percentuali altissime ove vengono indicate le sorti dei giovani disoccupati; un giovane senza lavoro è un giovane senza futuro. Eppure, la quantità di analfabetismo è stata aggredita dalle nuove generazioni ed il possesso dei titoli d’accesso al mercato del lavoro ha un notevole spessore. Sotto i 30 anni d’età i nostri ragazzi hanno conseguito lauree, master, dottorati di ricerca e specializzazioni si ritrovano respinti dall’accesso al mondo occupazionale perché spesse volte il lori titoli sono stati mandati al macero da una serie di elementi tendenti a rendere l’occupazione stabile un sogno e non una realtà. Quest’ultima fase è principalmente riconducibile alla mancata capacità di lungimiranza omessa durante l’ultima fase della Prima Repubblica; negli anni ’90 era indispensabile intravedere un futuro strategico per gli italiani. Ricorderemo sicuramente la tipologia degli impegni ai quali la politica era chiamata dai anche dai giudici a doversi occupare. Fatta questa premessa, prima di andare avanti, vorrei fare un precisazione: due generazioni identiche non sono mai esistite e mai esisteranno. Perciò è inutile continuare a pensare di riproporre vecchi schemi e vecchie strategie per uscire dal guado. Il vero processo di cambiamento credo possa essere intravisto nella capacità di procedere utilizzando un vecchio detto popolare: “dobbiamo accendere il fuoco con la legna che abbiamo”. Tutto ciò dovrà essere fatto in fretta e si dovranno tenere in considerazione le evidenti e pesanti realtà strutturali che l’Italia dovrà affrontare, soprattutto dopo il 2030. Di seguito proverò ad elencare alcuni effetti di queste cause: verrà incrementato sicuramente il divario tra quanti potranno godere del benessere e quanti saranno costretti a vivere nella marginalità; quindi, aumenterà il senso della paura e verrà contratta la quantità dei consumi. La tendenza, probabilmente, potrebbe essere anche quella di fare la spesa tramite e-commerce, uscendo sempre meno da casa e isolandosi sempre di più, facendo cadere il contatto sociale, le relazioni e la funzione delle masse sociali quale vero e proprio elemento di innovazione per la crescita sociale. Le new addictions saranno sempre più convolgenti (ludopatia, in testa e tossicodipendenze potranno divenire i futuri “fattori di produzione” per la micro e macro criminalità) e la diffusione del populismo diverrà una seria instabilità per la Democrazia, sempre più debole a causa della diffusa apatia degli Elettori coinvolti sempre meno nei processi decisionali da sistemi elettorali, dove verranno praticate estensioni altissime e l’elezione dei rappresentanti potrebbe essere raggiunta con meno del 40% degli aventi diritto al voto. Contrariamente a quanto avveniva in passato, non ci troveremo più come classe dirigente l’élite della società ma a governarci saranno coloro che avranno minore capacità e quindi meno indicati a ciò divenendo deleteri al sistema. Le persone capaci saranno sempre più costrette a difendere la propria attività, il proprio lavoro ed i pochi beni posseduti. Le difficoltà economiche e la garanzia della sussistenza delle fasce deboli diverranno in questo senso le voci di bilancio dello Stato più importanti e facilmente fuori controllo. Mancherà in tal caso l’apporto di un famoso Ragioniere dello Stato che blindava i conti ed i risultati potremo già immaginare quali saranno. Intanto la forza fisica del lavoratore sarà sostituita in gran parte dall’informatica e la rimanente quota verrà distribuita a quanti avranno i titoli d’accesso per poter lavorare, senza sicurezza di stabilità, negli evoluti sistemi occupazionali. Rimarrà sicuramente una importantissima quota occupazionale, derivante dalla forza lavoro umana, probabilmente sottopagata a causa della penuria di valori praticati in passato a favore di un mondo del lavoro fatto di parsone, valori ed etica. Questi tre elementi indispensabili sono stati opportunamente sotterrati con i famosi contratti a progetto, a chiamata ed a tempo, destinati a sfruttare quei lavoratori pronti ad accontentarsi di una speranza per non mettersi in fila e chiedere la questua. La quota di persone non disposte a cercare lavoro sarà una vera e propria incognita e dipenderà dalla risposta del welfare state. A questo punto vorrei rivolgermi ai genitori dei ragazzi attualmente impegnati nel mondo della scuola e delle università. Lo faccio in maniera amicale, diretta e sincera. Ne avverto la necessità a fronte di ciò che quotidianamente colma i miei giorni Cercate di trovare il tempo per aprire questo argomento con i vostri ragazzi e, se fosse necessario, incoraggiateli ad andare avanti studiando di più. Davanti alle difficoltà provate a convincere i vostri ragazzi che nella debolezza e nelle difficoltà le persone crescono, maturano, migliorano. Non bisogna mai arrendersi e bisogna tenere stretti i sogni, a rubarceli saranno i prepotenti e mai gli umili. Penso sia ormai chiaro al mondo degli adulti quale potrebbe essere l’alternativa al lavoro onesto. Se qualcuno lo avesse dimenticato basterà pensare al mondo della devianza, alla pratica del malaffare esercitato attraverso micro e macro criminalità. Dovremo abituarci a vivere in presenza di una crescente quantità di migranti, condividendo con loro i luoghi e l’agire sociale. Tutto ciò non dovrà essere una paura ma la capacità di guardare al futuro. Quindi, invece di curare la dispersione scolastica e tutte le potenziali conseguenze, è meglio parlare di futuro con i nostri giovani. La più importante responsabilità genitoriale da praticare quotidianamente, oltre all’educazione ed alla propensione al confronto, dovrebbe essere quella di “accompagnare” i propri figli al raggiungimento di ottimi risultati, principalmente facendoli studiare bene l’italiano, la matematica, l’inglese, la fisica, la chimica e l’informatica. Tutto il resto sarà consequenziale. Infine, aperto il libro della vita di una persona giovane imparerete tantissimo anche voi e ciò vi sarà utile nella vostra quotidianità, sempre più complesso e veloce. Ho letto Topolino per essere spensierato, continuo a studiare la sociologia per comprendere come potrebbe funzionare la società mediante l’apporto di energie e persone migliori.
Siate felici, studiate.